Proprietà e benefici del ginseng
Il termine proviene proprio dalla parola cinese rensheng che significa uomo, la scelta molto probabilmente deriva dal fatto che la radice di ginseng ha delle fattezze antropomorfe.
Il ginseng è tra le piante più utilizzate nella cultura medicale popolare orientale. Infatti il ginseng ha infinite proprietà benefiche che vengono estratte direttamente dalla sua radice.
Contiene principalmente olii essenziali, polisaccaridi (i panaxani), vitamine, saponine triterpeniche, glitonina e glicosidi steroidei. Il ginseng siberiano, nello specifico, si differenzia principalmente per la consistenza legnosa e non carnosa e sono presenti gli eleuterodoidi anziché i ginsenosidi. Questi elementi portano benefici all’organismo sotto diversi punti di vista. Il suo lungo uso nei secoli gli ha conferito notevoli proprietà benefiche quali:
- tonico per migliorare la memoria, per il sistema nervoso centrale e l’attenzione;
- stimolante per il metabolismo poiché le calorie del ginseng sono minime;
- adattogeno e tonico rinvigorente che aiutano a migliorare la gestioni dello stress donando all’organismo la sensazione di energia e di resistenza;
- usato come antidepressivo;
- proprietà anabolizzanti atti a stimolare la formazione di molecole complesse in particolare quello dell’aumento della massa muscolare;
- proprietà antiastenica ossia la capacità di di contrastare la stanchezza;
- è in grado di diminuire la concentrazione di grassi nel sangue e quindi proprietà ipolipidemizzante;
- supporta il sistema immunitario;
- favorisce la digestione con proprietà eupeptico;
- è un potente antiossidante in grado di proteggere le cellule da molecole potenzialmente pericolose come i radicali liberi;
- epatoprotettore ossia tutela il funzionamento del fegato;
- proprietà antiage;
- proprietà afrodisiache cioè stimola il desiderio sessuale.
Il ginseng e le sue proprietà benefiche sono così ormai diffuse che la commercializzazione di questa radice non trova crisi. Infatti, a partire dagli anni 200 si è notato un incremento esponenziale di ricerche per i benefici apportati dal ginseng e un numero sempre crescente di pubblicazioni che ne certificano le caratteristiche.
A cosa serve il ginseng
Come appena descritto le proprietà benefiche del ginseng vedo un campo di impiego molto vasto. Da tonico adattogeno ad antidepressivo, da epatoprotettore fino ad avere proprietà anti age.
Negli ultimi anni però il ginseng è stato impiegato anche a supporto di diverse malattie croniche. Tra cui il cancro, le malattie epatiche, patologie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson, malattie cardiovascolari, alopecia e disfunzione erettile.
Ovviamente sono tutte applicazioni in fase di ricerca effettuate su animali o in vitro e quindi per il momento c’è ancora molto da fare per poter stabilire con assoluta certezza l’effettiva applicazione in determinati casi. Ma alla luce di quanto detto finora ci sono comunque delle ricerche che in visione futura sono tra le più accreditate:
- proprietà del ginseng in relazione alla disfunzione erettile: uno studio che ha dato il via alla relazione tra ginseng e disfunzione erettile risale al 2002. Una ricerca condotta su 45 pazienti con un diagnosi confermata di disfunzione erettile. Lo studio, che fu condotto però solo per 16 settimane, dimostrò come l’impiego di ginseng dava ai pazienti avvertivano maggiore rigidità e una migliore percezione personale;
- proprietà del ginseng e alopecia: per curare l’alopecia attualmente ci sono due farmaci che provocano degli effetti collaterali davvero preoccupanti, una è il Minoxidil che se interrotto provoca la ripresa repentina della alopecia, mentre l’altro è il Finasteride che comporta disturbi alla vita sessuale dei soggetti, e infertilità nella donna. Quindi è risultato indispensabile trovare delle valide alternative che siano prive di tossicità per l’organismo umano. Proprio per questo motivo sono partite diverse ricerche su uno dei componenti attivi del ginseng Rg3 un Ginsenoside che promuove la proteina epiteliale VEGF che è la principale responsabile dell’apporto sanguigno al follicolo. I risultati in vitro sono promettenti addirittura più del Minoxidil. Alla luce di ciò nel 2009 uno studio condotto su pazienti affetti da alopecia androgenetica ha dimostrato come ci sia stato un aumento significativo unendo l’uso di Minoxidil al ginseng rosso;
- proprietà del ginseng e cancro al seno: sempre più spesso si è alla ricerca di come attenuare gli effetti collaterali delle cure da chemioterapia. Nello specifico i sta studiano il sopracitato Ginsenoside Rg3 che oltre a poter ridurre drasticamente la perdita di capelli durante il trattamente chemioterapico, pare sia un valido supporto nel trattamento del cancro al seno a supporto del Paclitaxel.
Quante tipologie esistono
Le proprietà benefiche del ginseng sono per lo più estratte dalla radice di ginseng. Esistono ben 11 specie di ginseng e vengono tutte utilizzate per le varie proprietà terapeutiche.
Piante di ginseng asiatiche: sono coltivate prettamente in oriente e a loro volta si dividono in Panax Ginseng e Panax notoginseng coltivati in Cina, il Panex Japonicus coltivato in Giappone, Panax Pseudoginseng originario dell’Himalaya Orientale e in Nepal;
Piante di ginseng americane: la Panax Quinquefolius che risulta essere una valida alternativa alle piante di ginseng asiatiche per composizione, impiego e aspetto; Piante di ginseng siberiane: Eleutherococcus senticosus che per proprietà terapeutiche sono molto simili alle due precedenti ma hanno una costruzione chimica differente. Piccola curiosità: il termine ginseng è così usato e inflazionato che viene spesso sfruttato per indicare anche prodotti che non hanno nulla a che fare con la radice di ginseng. Un esempio è il Maca o ginseng delle Ande oppure il Dong Quai ossia il ginseng femminile.
Controindicazioni e interazioni con i farmaci
Il ginseng è molto ben tollerato dall’organismo umano e di solito non presenta effetti indesiderati o collaterali. Generalmente la dose giornaliera da assumere si aggira intorno ai 200 mg al giorno di estratto secco e dai 0.5 ai 2 g al giorno per la radice secca.
Quindi rispettando le dosi giornaliere l’organismo è in grado di godere dei benefici del ginseng senza incorrere in effetti indesiderati. La comparsa degli effetti collaterali è dovuto per lo più ad un uso sistemico che può provocare degli effetti indesiderati di tipo digestivo o nervoso. Ovviamente sono delle reazioni che dipendono da individuo ad individuo e come tali molto soggettive così come avviene per qualsiasi tipo di rimedio erboristico o fitoterapico.
Inoltre gli effetti collaterali del ginseng si manifestano soprattutto per un sovradosaggio o con l’assunzione di mega dosi che superano i 15 g di estratto a secco. In ogni casi si possono manifestare degli effetti collaterali lievi come tremori, palpitazioni, euforia, secchezza delle fauci, irrequietezza, mal di testa, offuscamento della vista, riduzione dell’appetito, insonnia, aumento della temperatura, edema, prurito, eczema e diarrea.
Tra gli effetti collaterali gravi troviamo vomito, nausea, incontinenza urinaria e intestinale, affanno, aumento della frequenza cardiaca, cianosi, convulsioni, crisi epilettiche e delirio. Come qualsiasi sostanza e droga anche il ginseng non va utilizzato se si usano dei farmaci per determinate terapie.
Infatti prima di iniziare ad assumere eventuali integratori o bevande a base di ginseng è bene rivolgersi al proprio medico che sarà in grado di stabilire se è possibile o meno l’integrazione con i farmaci prescritti. È comunque degno di nota evidenziare che non va utilizzato il ginseng in concomitanza a gleevec, fenelzina e warfarin che sono dei farmaci che al alta epatotossicità, ormoni, caffeina, digossina, insulina iniettabile, ipoglicemizzanti orali e altri stimolanti. Inoltre è da evitare in caso di ipertensione e nei soggetti che tendono alle emorragie.
Infine bisogna stare attenti all’assunzione del ginseng in gravidaza. Infatti il ginseng non comporta nessun effetto collaterale in gravidanza ma necessita di non esagerare con le dosi ed evitare l’assunzione soprattutto nel primo trimestre. Passati i primi tre mesi è consigliato riferirsi al proprio medico o ginecologo.